Armocromia nerd - L'Estate Soft Profonda e l'acume della Casa di Corvonero

Biblioteca del Trinity College di Dublino, di Rudy e Peter Skitterians per Pixabay
Eccoci qui, siamo alla fine di questa carrellata tra stagioni armocromatiche e immaginari nerd, dalla Terra di Mezzo di J. R. R. Tolkien al mondo magico creato da J. K. Rowling; dalle casate di Westeros inventate da George R. R. Martin a incursioni tra le figure dei vampiri oppure dei Jedi di Guerre Stellari. Abbiamo preso il via quasi un anno fa, a settembre, con l'Autunno Soft Chiaro; i mesi successivi sono stati scanditi dall'Autunno Soft Profondo, Assoluto e Profondo, dall'Inverno Profondo Soft, Profondo, Assoluto e Brillante, dalla Primavera Brillante, Assoluta, Chiara e Chiara Soft, dall'Estate Chiara, Assoulta e Soft Chiara. Oggi, ultimo giorno di agosto, concludiamo questo viaggio fantastico con l'Estate Soft Profonda.
Si tratta di uno dei sottogruppi individuati da Ferial Youakim per il suo sistema 4x4 (come ti racconto in questo post) ed è, tecnicamente, una palette Estate scurita da un tocco di nero. Infatti, il suo nome inglese è Shaded Summer. Questa variante non ha le caratteristiche luminose di altre sottostagioni estive e, per certi versi, si avvicina molto alle tavolozze dell'Inverno Profondo Soft e dell'Autunno Soft Profondo; eppure, mantiene tutta la tipica freschezza e morbidezza cromatica dell'Estate. È un mix di colori affascinante, con un tocco di mistero. Ricorda il momento in cui, tramontato il sole, le nuvole diventano via via più grigie e scure, la luce rosata cambia il cielo da azzurro a color malva e il turchese del mare si tinge di viola, fino a diventare d'inchiostro.

I colori dell'Estate Soft Profonda - ESP per gli amici - sono quelli del crepuscolo, intensi e allo stesso tempo velati: malva, rosa antico, lampone scuro, verde mare, blu cadetto e carta da zucchero, violetto e prugna, grigio antracite.
È una tavolozza dai valori equilibrati e in un certo senso sfuggenti. Il livello di contrasto è medio, il croma (ovvero la saturazione) è basso o medio-basso, la profondità (cioè la scurezza) è media o medio-alta e la temperatura è neutro-fredda. Il viso di chi appartiene a questa sottostagione viene sottolineato da accostamenti di colore non troppo netti, ad esempio: prugna e ciclamino, blu navy e azzurro carta da zucchero, antracite e lampone scuro.
Copertina di Harry Potter e l'Ordine della Fenice, di Arch Apolar
I colori crepuscolari e a base blu dell'Estate Soft Profonda mi hanno riportata a Hogwarts, la Scuola di Magia e Stregoneria di Harry Potter. Per la precisione, andiamo nell'ala Ovest, fino alla Torre di Corvonero. Tra parentesi, è risultata essere anche la mia Casa, cui sono stata assegnata da questo quiz molto ben fatto. Corvonero ha come stemma un'aquila di bronzo in campo blu, una combinazione di colori insolita, fredda per la predominanza di blu ma appena scaldata dalla presenza del bronzo. Purtroppo, questo abbinamento è stato cambiato nell'adattamento cinematografico in blu e grigio; in entrambi i casi si tratta di colori in linea con la tavolozza ESP ma credo che l'originale blu e bronzo sia decisamente più interessante.
La Casa fu fondata da Priscilla (Corinna, nella nuova traduzione) Corvonero, strega scozzese dell'Alto Medioevo dalla mente brillante, curiosa e creativa. Insieme a Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso e Salazar Serpeverde, fondò Hogwarts, scegliendo per la propria Casa gli studenti più portati al ragionamento e alla conoscenza. Come canta il Cappello Parlante:

Oppure Corvonero, il vecchio e il saggio,
se siete svegli e pronti di mente,
ragione e sapienza qui trovan linguaggio
che si confà a simile gente.

(da Harry Potter e la Pietra Filosofale)

La Casa di Corvonero è associata all'Aria, da sempre legata al pensiero e all'intelletto. Questo elemento è evidente nel simbolo dell'aquila e nella sede della Casa, che si trova in cima a un'alta torre dalle ampie finestre, con soffitto e tappeto decorati da costellazioni. Unico caso a Hogwarts, in questa Casa non si accede attraverso una parola d'ordine, bensì risolvendo - grazie alla deduzione e a un pizzico di pensiero laterale - un indovinello posto dal batacchio a forma d'aquila. Inutile avere troppa fretta, per entrare nella torre di Corvonero!
Gilderoy Lockhart, di Vladislav Pantic
Leggendo i libri della saga, notiamo che inizialmente la Casa di Corvonero resta sullo sfondo. Attraverso il punto di vista di Harry, conosciamo molto bene la sua Casa, Grifondoro, interagiamo presto con i rivali Serpeverde e poi con i compagni della classe di Erbologia di Tassorosso. Corvonero, per un po', resta la quarta Casa, che non si sa bene come definire. Finalmente, nel quarto libro incontriamo una studentessa Corvonero con un ruolo importante: Cho Chang, il primo amore di Harry. E nel quinto libro appare Luna Lovegood, personaggio fantastico e forse la figura più rappresentativa di questa Casa.

Sì perché, se si va ad approfondire la materia potteriana, non si può non notare che la Casa di Corvonero non è solo un covo di grandi studiosi, ma ha anche una notevole incidenza di personalità bizzarre. Due per tutte: Gilderoy Allock e Sibilla Cooman, professori demenziali. Il primo un cialtrone snervante, vanesio e approfittatore, la seconda una veggente dall'atteggiamento misticheggiante che però, per dirla alla Hermione Granger, "è solo una vecchia impostora". Luna, Allock e Cooman: svagati, strambi, incuranti di esserlo e molto, molto, divertenti. Personalmente, amo Luna e trovo che l'esilarante presenza di Allock sia uno dei tanti motivi che mi fanno preferire Harry Potter e la Camera dei Segreti su tutti gli altri capitoli della saga.
Luna Lovegood, di SaintPrecious/MoogleSorbet
Luna Lovegood, però, non è solo buffa, è anche una figura ammirevole. Da bambina ha visto morire sua madre in un incidente, viene cresciuta dal padre con idee stravaganti e teorie fantasiose (a cui lei crede con fiduciosa convinzione), a scuola è bersaglio di scherzi per ciò che dice e per il suo abbigliamento eccentrico. Nessuna di queste cose la abbatte o la rende ostile.

Anche Mirtilla Malcontenta era una Corvonero derisa dalla compagne di scuola, cosa che non ha mai superato, visto che il suo fantasma se ne lamenta ancora. Luna, invece, sembra non venire minimamente sfiorata dal comportamento altrui. È sempre pacata e amichevole, è pronta a comprendere senza curarsi di essere incompresa. Non si vergogna dei suoi gusti o delle sue idee, non si nasconde, parla e agisce con disarmante sincerità. Più di una volta questo colpisce Harry, che al contrario di lei vive spesso in modo tormentato le proprie emozioni. E come gli altri amici di Harry, nel momento del bisogno Luna c'è, calma e apparentemente distratta, a suggerire un'idea o a pronunciare poche parole, semplici e toccanti. Come queste:

«Le cose che perdiamo hanno un modo per tornare a noi alla fine,
anche se non sempre nel modo che ci aspettiamo.»

Grazie Luna, c'è molto da imparare da te.

Armocromia nerd - L'Estate Soft Chiara, la Forza e l'Alleanza Ribelle

Ngoc Tang per Pixabay

Questo è il periodo dell'anno in cui le sfumature di rosa e viola, al tramonto, prendono il posto di quelle grigio-azzurre del cielo velato dalla foschia, e annunciano un po' di sollievo dalla calura del giorno. È anche il periodo in cui - finalmente! - arrivano i temporali estivi e in cui è più facile osservare le stelle cadenti. E allora, restiamo con lo sguardo all'insù, perché è proprio nei colori del cielo che si possono trovare le sfumature più tipiche dell'Estate Soft Chiara.

Siamo quasi al termine del nostro viaggio tra le stagioni, le sottostagioni e l'immaginario fantastico. Dopo la dolcezza dell'Autunno Soft Chiaro, Soft Profondo, Assoluto e Profondo; la drammaticità dell'Inverno Profondo Soft, Profondo, Assoluto e Brillante; la vivacità della Primavera Brillante, Assoluta, Chiara e Chiara Soft; la delicatezza dell'Estate Chiara e Assoluta, è il momento delle ultime due varianti estive, quelle soft.
L'Estate Soft Chiara, o ESC, in inglese si chiama Toned Summer e, nel sistema a 12 sottostagioni, è equiparabile alla generica Soft Summer. Con le tavolozze soft, vediamo la luce estiva velarsi di grigio, come il cielo quando si copre di nuvole. È l'estate che, lentamente, scivola verso l'autunno, e il risultato è una palette elegante, discreta, minimalista e in qualche modo riflessiva. I colori dell'Estate Soft Chiara, più di altri, ricordano le sfumature impalpabili degli acquerelli.

Le tonalità più tipiche di questa tavolozza sono il bianco panna, il color crema, le sfumature di rosa tra malva e bois de rose, il grigio-verde e il grigio-azzurro, il lilla, il lavanda, il glicine e, soprattutto, il grigio in vari gradi di chiaroscuro.
L'Estate Soft Chiara confina con l'Autunno Soft Chiaro, perciò la freddezza dei colori estivi viene attenuata dalla vicinanza delle calde tonalità autunnali. Infatti la temperatura di questa tavolozza è neutro-fredda, la profondità - cioè la scurezza - è media, il croma - ovvero la saturazione - è basso, e infine il contrasto è medio-basso. Chi è in armonia con i colori ESC, quindi, sta particolarmente bene con accostamenti di colori della stessa intensità (per esempio: grigio perla e bianco panna, rosa cipria e greige, verde salvia e lavanda), meglio ancora se tono su tono.
Guerre Stellari (Episodio IV - Una nuova speranza), di George Lucas

Prima ho scritto dei colori del cielo e delle notti stellate. Queste suggestioni e, soprattutto, delle precise sfumature, mi hanno fatto pensare alla saga di Star Wars e in particolare all'Alleanza Ribelle che si contrappone all'Impero. Quali sono, queste sfumature? Il grigio della pietra e del metallo, il colore della sabbia del pianeta Tatooine e il verde-grigio delle paludi di Dagobah, l'écru e il marrone spento dei tessuti grezzi con cui vestono Luke Skywalker e i suoi maestri Jedi Obi-Wan Kenobi e Yoda, l'azzurro della spada laser di Obi-Wan... Tutte parte della tavolozza dell'Estate Soft Chiara. Anche le divise dell'esercito ribelle sono di un bianco sporco, un colore morbido e in un certo senso "povero", rispetto al nero e al bianco netti ed elitari che vestono le truppe imperiali.
L'impero colpisce ancora (Episodio V), di Irvin Kershner

Va bene, ma che c'entra Star Wars con l'immaginario fantasy? C'entra eccome! Premetto che il mio riferimento preferito è la trilogia originaria, quella che "ai miei tempi" vedeva il primo film intitolato semplicemente Guerre Stellari, non Episodio IV - Una nuova speranza. E ancora oggi che la saga viene chiamata ovunque Star Wars, per me resta Guerre Stellari; chiedo scusa per la nostalgia, l'ho visto per la prima volta da bambina, sai com'è.

Dicevamo l'immaginario fantasy. A differenza della fantascienza vera e propria, in Star Wars di scienza ce n'è poca e anche parecchio approssimativa. In compenso, è basilare il concetto della Forza, una visione panteistica del cosmo, un mix di misticismo e disciplina mutuato dalle filosofie e dalle pratiche orientali. Nell'esagerazione filmica, chi segue le vie della Forza arriva al punto di controllarla e assume così poteri straordinari. Vediamo, in tal senso, la formazione di Luke presso i saggi maestri Jedi che, a un occhio ignorante, potrebbero sembrare stregoni. Poi, certo, ci sono astronavi e armi da fuoco avveniristiche, ma quelle che restano impresse nell'immaginario del pubblico sono le spade laser, usate per duellare esattamente come le spade dell'antichità. Per non parlare del celebre incipit:

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana...

Dov'è la fantascienza in tutto questo? Siamo in pieno terreno del fantastico, se non della fiaba.
L'impero colpisce ancora (Episodio V), di Irvin Kershner

Torniamo ai colori, il cui linguaggio è semplice e immediato. L'Impero, oppressivo e crudele, è caratterizzato dal bianco delle lucide e disumanizzanti armature delle truppe, dal grigio scuro delle divise degli ufficiali e dal nero dei "cattivissimi": l'Imperatore e il suo braccio destro, Darth Fener/Vader, personaggio cruciale della vicenda. Le astronavi dell'Impero sono di metallo grigio, dalle linee geometriche ed essenziali, che comunicano una fredda efficienza.

L'Alleanza Ribelle, al contrario, presenta un esercito variegato, non disumanizzato da elmi, vestito con divise bianco sporco e giubbini arancioni. Le basi dei ribelli, così come l'astronave Millennium Falcon, sono tecnologiche ma dall'aria grezza, industriale; e, a meno che la scena non sia buia, vi predominano i colori chiari. Gli abiti dei maestri Jedi, come già detto, sono in stoffe grezze dalle tonalità naturali. Entrambi gli schieramenti usano cannoni laser, astronavi e navicelle, eppure dalla scelta delle cromìe suggerisce che l'Alleanza Ribelle è più umana, avvicinabile, in un certo senso artigianale e molto meno gerarchica.
Guerre Stellari (Episodio IV - Una nuova speranza), di George Lucas

Infine, la contrapposizione più evidente è quella delle spade laser. I Sith, la setta che sfrutta la propria conoscenza della Forza per perseguire il potere, hanno spade laser che rifulgono di luce rossa, colore aggressivo per eccellenza. Gli Jedi, invece, hanno spade dalla luce di un pacifico azzurro, anche se poi, nei vari séguiti e universi espansi, si sono aggiunte tonalità come verde, viola e giallo. La varietà di sfumature, comunque, non stona; anzi, comunica libertà personale.

Ci sarebbe molto da dire sulla storia e i numerosi personaggi, spesso strepitosi e archetipici. Ognuno ha i suoi preferiti; nel mio caso, sul podio ci sono senz'altro Obi-Wan Kenobi, Yoda e Lei(l)a. Seguiti da Chewbecca e dai due droidi; sì anche il petulante C3PO. I tuoi quali sono? Rispondimi nei commenti, mi fa piacere conoscere il tuo punto di vista! E per finire, l'immancabile citazione:

Che la Forza sia con te!
Guerre Stellari (Episodio IV - Una nuova speranza), di George Lucas

Armocromia nerd - L'Estate Assoluta e l'ambizione della Casa di Serpeverde

Manseok Kim per Pixabay

Nell'estate più torrida di sempre, indugiare su suggestioni che richiamino il freddo può essere una consolazione... o una piccola tortura! Optiamo per la prima ipotesi e concediamoci di sognare con i colori dell'Estate Assoluta che, a dispetto del nome, non hanno nulla a che vedere con le alte temperature. Dopo la morbidezza avvolgente dell'Autunno Soft Chiaro, Soft Profondo, Assoluto e Profondo; il fascino glaciale dell'Inverno Profondo Soft, Profondo, Assoluto e Brillante; la solarità contagiosa della Primavera Brillante, Assoluta, Chiara e Chiara Soft; tocca alle sfumature del cielo e del mare. La volta scorsa, abbiamo esplorato l'Estate Chiara, ora passiamo all'espressione più pura della stagione cromatica Estate.
L'Estate Assoluta, o EA, è chiamata anche Estate Fredda, in inglese Pure, True o Cool Summer. Si tratta di una tavolozza priva di qualsiasi nota di calore, anche se non gelida come l'equivalente Inverno Assoluto. È l'Estate nella sua piena espressione, quindi ha colori freschi, anche vivaci ma comunque non troppo netti. Siamo in presenza di nuance preziose, in equilibrio tra delicatezza e decisione, tra quiete e allegria. Colori che evocano il mare e... i ghiaccioli. Che del resto, non sono un perfetto binomio di estate e freddezza?

I colori più rappresentativi di questa palette sono a base blu, a cominciare dall'azzurro cielo e dal blu vero e proprio, passando per il pervinca e il violetto, per le sfumature anche intense del rosa freddo e del rosso lampone, poi del grigio (compreso quello scuro), del turchese e del verde pastello.
Come già accennato, l'Estate Assoluta presenta colori molto equilibrati - né troppo chiari, né troppo scuri, né slavati, né netti o brillanti - perciò non stupisce se i suoi valori di contrasto, croma e profondità sono a un livello medio. L'unica caratteristica davvero decisa è la temperatura, che è del tutto fredda. Ciò significa che chi è in armonia con questa sottostagione troverà un ottimo riscontro con accostamenti quali: azzurro e blu notte, rosa pastello e color lampone, ciclamino o verde acqua abbinati al grigio scuro.
Copertina di Harry Potter e il Principe Mezzosangue, di Arch Apolar
Due colori perfettamente "in palette" con l'Estate Assoluta sono il verde e l'argento, colori della Casa di Serpeverde. Torniamo perciò a Hogwarts, la Scuola di Magia e Stregoneria del mondo di Harry Potter, creato da J. K. Rowling. Diciamo subito che non è facile trovare qualcosa di piacevole da dire su questa Casa. Perché? Prima di tutto, perché il punto di vista della storia è quello di Harry che, ancora prima di arrivare a Hogwarts, viene a sapere che la Casa di Serpeverde ha sfornato i peggiori maghi oscuri, compreso Lord Voldemort, l'assassino dei suoi genitori. A conferma di questa pessima fama, il primo incontro di Harry con un futuro Serpeverde avviene con Draco Malfoy, bulletto viziato e arrogante che gli ispira fin da subito una sincera e ricambiata antipatia e che sarà suo acerrimo rivale per tutti gli anni successivi.
Malfoy da Madam Malkin, di Jim Kay
Poi, c'è la questione spinosa del fondatore della Casa, Salazar Serpeverde, mago dell'Alto Medioevo che contribuì a creare Hogwarts. A differenza degli altri fondatori, avrebbe voluto riservare l'insegnamento della magia a maghi e streghe purosangue, cioè nate da genitori dotati entrambi di poteri magici. Posto in netta minoranza, abbandonò il gruppo, non prima di aver nascosto nel castello un basilisco, destinato ad uccidere gli studenti mezzosangue. Salazar, un tipo simpatico.

Infine, a mio modesto avviso, nei sette libri di Harry Potter si sente la mancanza di uno studente o una studentessa Serpeverde che sia gradevole o quanto meno divertente. Bisogna aspettare il sesto libro, Harry Potter e il Principe Mezzosangue, per conoscere il Serpeverde professor Horace Lumacorno, buffo opportunista ma, sostanzialmente, una brava persona. La scena di Lumacorno e Hagrid che brindano sbronzi alla memoria del ragno gigante Aragog è una di quelle che mi fanno più ridere!
Anche il Cappello Parlante presenta questa Casa in un'accezione un po' ambigua e "furbetta":

O forse a Serpeverde, ragazzi miei,
vi troverete gli amici migliori,
Quei tipi astuti ed affatto babbei,
che qui raggiungono fini ed onori.

(da Harry Potter e la Pietra Filosofale)

Ambizione, strategia, determinazione sono ottime qualità, eppure si direbbe che il tesoro, il nucleo ammirevole della Casa di Serpeverde sia ben nascosto, come dentro la tana di un serpente. E allora, entriamo in questa tana. Per raggiungerla, occorre scendere nei sotterranei di Hogwarts, molto in profondità, fino a trovarsi sott'acqua. Le stanze destinate alla Casa di Serpeverde sono infatti costruite sotto il Lago Nero, per questo dalle finestre si può ammirare il fondale e la luce che filtra all'interno è verde. Non stupisce che Serpeverde corrisponda all'elemento Acqua, e che i due professori di Pozioni (che altro sono, se non magia liquida?) conosciuti nella saga siano entrambi Serpeverde: il già citato Lumacorno e, soprattutto, Severus Piton.
Il professor Piton, Warner Bros.
Piton è uno dei personaggi più importanti della storia, quello che più di tutti cambia nella percezione del lettore, man mano che si scoprono i fatti della sua vita segreta. Insegnante inaugurabile, sprezzante e velenoso verso quasi tutti gli studenti tranne Draco Malfoy, Piton è presentato fin dal primo libro come una figura sgradevole ma che ha la totale - e apparentemente inspiegabile - fiducia del preside Albus Silente. Nel corso della storia, Harry ha continue prove di quanto spesso i comportamenti di Piton vengano fraintesi e, allo stesso tempo, continue conferme del fatto che il professore lo detesti.

Piton è una figura tragica ed eroica, seppure non priva d'imperdonabili difetti. La sua è una vita solitaria, piena di dolore e desiderio di rivalsa, di tragici errori di gioventù e tenace volontà di espiare, mettendo la sua intera esistenza al servizio di Silente e facendo il doppio e triplo gioco contro Voldemort. Piton è scostante e freddo, specie nel momento del pericolo; non lascia trasparire i propri sentimenti, se non quelli negativi, non si fa rispettare dagli altri se non per le sue grandi capacità. Prima ho scritto che la Casa di Serpeverde tiene ben nascosto il proprio tesoro: Piton ne è l'esempio eclatante.
Severus Snape, di Rami Fon Verg
Severus Piton incarna la Casa di Serpeverde anche nella complessità delle sue sfaccettature, laddove invece la Casa rivale di Grifondoro, il suo fondatore e buona parte dei suoi membri sono presentati sotto una luce esclusivamente positiva e un po' monolitica. Grifondoro brilla della sfacciata luce del fuoco, Serpeverde ha la forma mutevole dell'acqua. Grifondoro ha il rosso e l'oro, Serpeverde il verde e l'argento, in una perfetta complementarietà. La tavolozza dell'Estate Assoluta, un affascinante equilibrio tra opposti con la dominante della freddezza, mi è sembrata quella più adatta a "vestire" questa Casa.

«Dopo tutto questo tempo?».
«Sempre» rispose Piton.

Armocromia nerd - L'Estate Chiara e i boschi degli Elfi

Robert Balog per Pixabay
Estate. La sola parola mi dà un po' fastidio, perché sono tra quelle persone che non reggono il caldo; mi piacerebbe andare in letargo da maggio a settembre, e già il cambio di stagione in primavera e autunno è abbastanza faticoso, a livello di energie. Per quanto riguarda l'armocromia, invece, le cose cambiano e le tavolozze che preferisco sono proprio quelle estive.

Beh, non credo che esista una sola tavolozza armocromatica che non mi piaccia; ognuna ha un fascino particolare. È indubbio comunque che ci sono degli accordi che ci attirano più di altri e, per me, si tratta di quelli estivi: freschi, morbidi, spesso eterei. Certo, soprattutto qui in area mediterranea, può sembrare un paradosso che i colori dell'Estate siano... freddi. Se pensiamo però alle sfumature del mare, definire "estive" queste palette acquisisce più senso.

Ma andiamo con ordine e ripensiamo alle stagioni cromatiche passate: all'intensa dolcezza dell'Autunno Soft Chiaro, Soft Profondo, Assoluto e Profondo, all'austera eleganza dell'Inverno Profondo Soft, Profondo, Assoluto e Brillante, alla solare vivacità della Primavera Brillante, Assoluta, Chiara e Chiara Soft. Entriamo ora nell'ultima stagione, e iniziamo a esplorarla dall'Estate Chiara.
Per gli amici EC (ti sento, eh, che commenti: "Salute!"), in inglese è definita Light Summer e Tinted Summer nel sistema 4x4 di Ferial Youakim. Entriamo nell'Estate con ancora negli occhi la luce della Primavera. Una luce che, a causa del cambio di temperatura cromatica, da calda a fredda, si fa lunare. Immaginiamo i fiori variopinti della primavera avvolti da un chiarore argenteo, e otteniamo i colori delle fiabe e dei sogni, ovvero la palette dell'Estate Chiara.

Quali sono, questi colori da sogno? Luminosi, abbiamo detto, e a base blu. In primis l'azzurro del cielo, poi il verde dell'acqua, il grigio chiaro, il pervinca e il ciclamino, il rosa nelle sue declinazioni più varie, dal cipria al rosso rosato dell'anguria.
Come già accennato, l'Estate Chiara confina con la Primavera Chiara, perciò la sua temperatura è neutro-fredda e il croma - ovvero la saturazione - è medio/alto. I colori sono sognanti ma presenti, hanno ancora qualcosa della vivacità primaverile. La sua dominante è la chiarezza, quindi la sua tavolozza presenta un livello di profondità (che in armocromia indica la scurezza) molto basso. Il contrasto è medio/basso, il che significa trovarsi in armonia con accostamenti di colore della stessa intensità, oppure tono su tono. Ad esempio: rosa carico e rosa pastello, grigio perla e azzurro cielo, verde giada e grigio argento.
The years of youth, di Elena Kukanova
Verde e grigio, bianco e argento. Se hai letto le opere di J. R. R. Tolkien, avrai notato che questi sono i colori che caratterizzano il popolo degli Elfi. Legolas è chiamato Verdefoglia, i doni che Galadriel offre ai membri della Compagnia dell'Anello sono grigi (mantelli, barche, persino la corda che dà a Sam), le gemme elfiche più preziose sono bianche o verdi. Ma non è solo questo ad avermi fatto accostare la tavolozza dell'Estate Chiara agli Elfi; soprattutto, è stato il concetto di luminosità.

Gli Hobbit sedettero nell'oscurità a lato del sentiero. Passò qualche minuto e gli Elfi si avvicinarono, scendendo il viottolo verso la valle. Camminavano lentamente e i tre amici potevano vedere la luce delle stelle scintillare sui loro capelli e nei loro occhi. Non portavano con sé alcuna luce, eppure pareva emanare dai loro piedi un barlume simile a quello che diffonde la luna prima di salire alta nel cielo, lungo i contorni delle montagne e delle colline.

(Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello)

Ciò che ha a che fare con gli Elfi è un tripudio di chiarore, bellezza e conforto: a Rivendell, il regno del saggio Elrond, si trova quella che è definita l'Ultima Casa Accogliente; la fiala di Galadriel emana un bagliore stellare insopportabile per le creature delle tenebre; gli alberi di Lothlórien hanno la corteccia argentea e le foglie d'oro, e i fiori che crescono in quelle radure somigliano a piccole stelle. E poi, bastano le parole in lingua elfica a riportare un po' di speranza nei cuori di chi le pronuncia.
Rivendell, di J. R. R. Tolkien
C'è da dire che, nelle opere tolkieniane, gli Elfi non sono sempre uguali. Non solo hanno caratteri diversi da personaggio a personaggio, ma il loro ruolo cambia da un'opera all'altra. Ne Lo Hobbit, sono abitanti dei boschi, riservati ma allegri e addirittura ubriaconi, per lo meno le guardie elfiche che a Bosco Atro hanno il compito di sorvegliare Bilbo e i Nani! Nel Signore degli Anelli, gli Elfi sono depositari di enorme sapienza e saggezza ma vivono ancor più ritirati e, uno dopo l'altro, stanno lasciando la Terra di Mezzo per navigare verso Valinor, il Reame Beato in cui vivono i Valar, le forze creatrici del mondo.

Tra gli abitanti canterini dei boschi e i grandi saggi che assistono e supportano la Guerra dell'Anello, ci sono gli Elfi del Silmarillion. Lì, leggiamo della nascita di questi che sono i primi esseri senzienti e parlanti che popolano la Terra. Gli Elfi si svegliano per la prima volta sulle rive del lago Cuiviénen, sotto la luce delle stelle. Li vediamo diventare curiosi e ingegnosi ma anche prede di violente passioni. Gli Elfi del Silmarillion sono eroi mitologici con luci e ombre, non le creature quasi ieratiche che appaiono nel Signore degli Anelli.

Forse l'unica costante che accompagna gli Elfi in tutta la produzione tolkieniana è lo loro superiorità rispetto agli esseri umani. Sono più antichi, sapienti e agili; i loro manufatti sono migliori in tutto, solo quelli dei Nani possono reggere il confronto. Soprattutto, gli Elfi sono immortali, a meno che non periscano di morte violenta o si stanchino di vivere. Strettamente legati alla Terra, alla luce delle stelle e alla musica, gli Elfi riescono a percepire nel creato la Musica degli Ainur, il canto che ha plasmato l'universo.
Lo specchio di Galadriel, che ho dipinto tanti anni fa
Impossibile sottrarsi al loro incanto. In genere, alla prima lettura tolkieniana si resta rapiti dagli Elfi, non importa quanto malinconici o decadenti possano apparire. O forse, proprio questo accresce il loro fascino. È interessante che nel Signore degli Anelli, l'opera più importante di Tolkien, questo popolo appaia poco, rispetto al suo potenziale. Sì, ci sono i capitoli ambientati a Rivendell e Lothlórien, le enclavi elfiche; ci sono le figure di Legolas, compagno discreto ed efficiente, e Galadriel, la dama che ispira salvezza. Ma le capacità elfiche sono tali da porli su un piano quasi supereroistico, quindi statico. Invece, nel Signore degli Anelli i personaggi hanno tutti un'evoluzione e l'unica possibile, per delle creature così perfette, è quella di lasciare spazio e tempo ad altri. E infatti, quella descritta nel libro diverrà l'Era degli Uomini, mentre gli Elfi partiranno uno dopo l'altro dai Porti Grigi, diretti verso la luce di Valinor.

"Che gente meravigliosa, gli Elfi! Meravigliosa!".
"Lo sono effettivamente", annuì Frodo. "Ti piacciono ancora, adesso che li hai visti da vicino?".
"Non so come dire, ma è come se fossero al di sopra di ciò che piace o non piace", rispose Sam. "Quel che penso di loro non conta. Sono molto diversi da come me li immaginavo: così giovani e vecchi, così felici e tristi allo stesso tempo".
I Porti Grigi, di John Howe

Armocromia nerd - La Primavera Chiara Soft e le rose dei Tyrell

Nowaja per Pixabay
È già estate? Ma no, manca ancora quasi un mese. E allora questo caldo? Però c'è anche un bel vento fresco. E nuvole, e foschia. Questo clima inafferrabile è il momento ideale per parlare di una tavolozza molto particolare, quella della Primavera Chiara Soft. Ripercorriamo le tappe delle stagioni cromatiche: siamo partiti dalle sfumature calde e avvolgenti dell'Autunno Soft Chiaro, Soft Profondo, Assoluto e Profondo, siamo poi passati a quelle fredde e intense dell'Inverno Profondo Soft, Profondo, Assoluto e Brillante, per poi arrivare a quelle solari e gioiose della Primavera Brillante, Assoluta e Chiara. Oggi concludiamo la stagione primaverile con una palette luminosa e sofisticata.
La Primavera Chiara Soft, o PCS, in inglese Toned Spring, è una delle categorie individuate da Ferial Youakim per il suo metodo, The Universal 4x4 Color System. È la variante della tavolozza primaverile smorzata da un velo di grigio. Questa leggera desaturazione non ne snatura la temperatura e la luminosità, perciò, pur avvicinandola alle sfumature delicate dell'Estate e dell'Autunno Soft Chiari, non le conferisce né i colori freddi della prima, né i colori terrosi del secondo. È la primavera più discreta, può risultare sfuggente e fraintendibile e, anche per questo, senza dubbio affascinante.

I colori che la contraddistinguono sono luminosi e allegri ma mai chiassosi. Ad esempio, bianco avorio e giallo crema, pesca e rosa corallo, lilla e nocciola, verde pistacchio e verde acqua, le nuance tra grigio e verde o grigio e turchese della giada e della ceramica dell'Estremo Oriente.
Quali sono, nel dettaglio, le caratteristiche tecniche PCS? Per la più delicata delle primavere, il croma - ovvero la saturazione - è medio/basso, così come la profondità - ovvero la scurezza. La temperatura è neutro-calda e il contrasto è medio. Perciò, chi è in armonia con i colori PCS sta particolarmente bene con accostamenti della stessa intensità, oppure tono su tono. Ad esempio: beige e nocciola, crema e pistacchio (come un buon gelato!), corallo chiaro e color sabbia, verde-grigio e avorio.
Highgarden, di Ted Nasmith
A questa palette così particolare ho pensato di abbinare una casata altrettanto intrigante e sfaccettata, quella dei Tyrell. Torniamo perciò a Westeros, il Continente Occidentale delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco (o Il Trono di Spade) di George R. R. Martin. Anche se quella dei Tyrell non ha il peso di casate come gli Stark, i Lannister o i Targaryen, è stata in grado di entrare nel cuore di molti appassionati, grazie alle personalità che la compongono, tra cui spiccano i giovani Sir Loras e sua sorella Margaery e, soprattutto, la loro formidabile nonna Olenna.

I Tyrell sono i Protettori del Sud, governano la fertile regione dell'Altopiano e la loro fortezza è il castello fiabesco di Alto Giardino. Ogni cosa li riguardi è contraddistinta dalla grazia e dal lusso: i giovani Tyrell sono bellissimi ed eleganti, Alto Giardino è tanto protetto da mura merlate quando impreziosito da rigogliosi roseti, fontane e colonnati; vi si esibiscono musicisti raffinati e vi si allevano purosangue. Il simbolo della casata è più primaverile che mai: una rosa d'oro in campo verde, e il loro motto è "Crescere forti".
I Tyrell, di Raymond Waskita
L'unico membro della famiglia a non spiccare in particolari capacità è il padre, Mace Tyrell, debole e manovrabile. I suoi figli, invece, sono o abilissimi cavalieri (come Loras, soprannominato "il Cavaliere di Fiori" per le sue armature decorate) o intelligenti e cortesi come Willas e Galan, che non appaiono nella serie tv, o strateghi come Margaery, fanciulla tanto incantevole quanto scaltra.

Ma il personaggio più "personaggio" di tutti è la nonna e matriarca del clan delle rose. Soprannominata "la Regina di Spine", Olenna Redwine è astuta, decisa, sarcastica e, in apparenza, senza filtri. Data la sua posizione e la sua età, esercita più di altri il diritto di dire ciò che pensa, e solo Margaery sfugge ai suoi giudizi impietosi. Non disdegna i complotti, quindi sa anche quando tacere. Insieme alla nipote forma un duo favoloso: entrambe dosano con abilità assertività e dissimulazione, e perseguono i propri interessi personali facendo leva sul loro carisma e, nel caso di Margaery, su una bontà d'animo che è sia sincera, sia funzionale allo scopo.
Olenna Tyrell, di Bella Bergolts
La tavolozza luminosa ma difficilmente classificabile della Primavera Chiara Soft mi è sembrata ideale a rappresentare questa casata, e queste due donne in particolare. La loro è una grazia regale e delicata, come le rose; e come le rose, hanno le spine. Allo stesso modo, la palette della Primavera Chiara Soft può apparire incerta, salvo poi rivelarsi davvero unica nel suo genere.

Ammetto di avere un debole per loro, per Margaery, in quanto partecipante di tutto rispetto al "gioco del trono", tanto che è l'unica a dare del vero filo da torcere a Cersei Lannister; e soprattutto per "nonna Tyrell" brillante e pungente, che riesce ad avere l'ultima, affilata parola anche nella sconfitta. Assieme a Lady Violet di Downton Abbey, è diventata il mio modello per la vecchiaia!

Tutti questi re farebbero meglio a deporre le spade e ascoltare un po' di più le loro mamme.

E se lo dice Lady Olenna, c'è sicuramente del vero.