Che colori hanno i ricordi?

Le sensazioni sono potenti.
D'estate, mi piace usare una precisa crema-gel per il viso; è ottima, ma non è l'unica crema che va bene per la mia pelle. Mi piace in modo particolare, perché il suo profumo mi ricorda quello del bagnoschiuma che trovavamo ad attenderci a casa di mia nonna, quando tornavamo dal mare. Questa piccola caratteristica basta a farmi sorridere la mattina, mentre mi spalmo la crema sul viso, perché la sensazione si aggancia a un bel ricordo.

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Con quanta intensità ricordiamo certi dettagli che ci riportano all'infanzia? Tra gli odori posso citare quelli della Coccoina, dei pastelli a cera, il profumo dei caminetti accesi che si diffonde nell'aria pungente. Tra i suoni, il ticchettio della macchina da scrivere, La Moldava di Smetana e il leggero gracchiare delle matite mentre le si tempera. Tra le sensazioni tattili, c'è quella del Vinavil che si stacca dalle dita, il calore dei teli di spugna quando finalmente mi decidevo a uscire dal mare oppure quello dei sedili della macchina arroventati dal caldo estivo (ed è subito nostalgia di quando ci si stendeva a dormire sul sedile posteriore, come racconta magistralmente questa striscia dei Peanuts).


Per andare su aneddoti alti, il momento più celebre di Alla ricerca del tempo perduto è quello in cui Marcel Proust descrive il suo repentino cambio di umore, da apatico e triste a sorpreso e felice, nel momento in cui, sovrappensiero, riconosce un sapore d'infanzia, la famosa madeleine inzuppata nel tè.

Un sapore, un odore, una superficie, un suono, possono risvegliare una serie di ricordi apparentemente dimenticati, farci stare meglio o peggio. E perché quindi un colore, che noi elaboriamo in ugual modo attraverso i sensi, non dovrebbe avere lo stesso potere?

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Sensazioni che agganciano ricordi, ricordi che scatenano emozioni; dall'arte e dalle neuroscienze parte la ricerca di Raluca Andreea Hartea, creatrice di RAH Colours, una consulenza colore rivoluzionaria, basata sulle associazioni tra sfumature ed emozioni. E attenzione, si tratta di associazioni del tutto personali, perché hanno come leva le memorie più o meno consapevoli che ognuno di noi ha e che sono radicate soprattutto nella prima infanzia e nella giovinezza.

Lo scopo è trovare - o ritrovare - le nuance che comunicano direttamente col nostro inconscio e ci danno sensazioni di benessere, per poterle usare con cognizione di causa nei nostri spazi.

Qualche anno fa, ho conosciuto Andreea e il suo lavoro, e ho saputo che volevo farlo anch'io. Come sua cliente, ho sperimentato gli effetti del metodo RAH in un modo che mi ha sorpresa, perché un conto è sapere che il colore è energia, un altro è sentire il corpo che risponde alle vibrazioni cromatiche.

Ho ricevuto la mia palette dei ricordi felici e ci ho ritrovato il verde oliva della Fiat 127 che ha scarrozzato la mia famiglia per più di vent'anni, l'acqua ora trasparente e ora turchese del mare della Sicilia e della Sardegna, le sfumature del bosco del poster murale che era in camera da letto fino alla mia adolescenza, l'azzurro degli occhi del gatto di nonna, il rosa della coniglietta di pezza mia sorella e del latte detergente che usava mia madre.


Come sua corsista, ho preso tanti appunti quanti non mi capitava dai tempi dell'università, con l'eccitazione che danno solo le materie che aprono la mente verso nuove strade. Ed ecco, in questa nuova strada mi sono incamminata anch'io, col grande piacere di poter a mia volta aiutare te che leggi a scoprire e usare i colori dei tuoi ricordi felici.

Non solo: unendo l'oggettività dell'armocromia alla soggettività del metodo RAH Colours, è possibile individuare i colori che non solo ti illuminano esteticamente, ma ti coccolano anche a livello emotivo. Un mix stupendo, non credi?

Se vuoi saperne di più o prenotare un appuntamento, scrivimi a simona.calavetta@gmail.com, sarò felice di risponderti.

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