Lunedì a colori - Il rosa, 1 di 3

Buona Pasquetta e buon #lunedìacolori!
Iniziava esattamente così, il 2 aprile 2018, la prima puntata rosa di questa rubrica, alla quale avevo dato il via nel giugno del 2017 sulla mia pagina Facebook e che l'anno scorso ho deciso di riprendere qui sul blog, riveduta e ampliata. Per un coincidenza, anche oggi è Pasquetta. Come allora, ho dedicato i primi sei mesi ai colori dell’arcobaleno - rosso, arancione, giallo, verde, azzurro e indaco (uniti nel blu), viola - e i mesi successivi ai “non colori” bianco e nero e ai toni neutri grigio e marrone. Con quattro puntate extra dedicate al rosso-arancio, al blu-verde, ai colori del Natale e all'oro e all'argento. Ora è il momento di concludere, a malincuore ma in bellezza, con un altro colore-colore: il ROSA, che in questo periodo abbonda su alberi e giardini. Il rosa che è una variazione del rosso, il colore di partenza, e così il cerchio si chiude.
Il rosa si ottiene appunto dall’unione del rosso e del bianco, che è alla base dei cosiddetti “toni pastello”. Basta mescolare il bianco con il giallo, il verde, il blu o il viola per ottenere giallo chiaro, verdino, azzurro e lilla. Queste sfumature mantengono le valenze simboliche dei colori originali, ma in chiave più fresca, alleggerita dai significati pesanti e sgradevoli. Quindi, perché parlare proprio del rosa, tralasciando gli altri? Perché il rosso e il bianco sono agli antipodi: l’uno materico, sanguigno e vistoso, l’altro astratto, ascetico e silenzioso. Così, il risultato della loro unione conserva solo alcune valenze del colore di partenza ma se ne discosta sensibilmente, acquisendo un carattere tutto suo.

Rosa, non solo Barbie!

E che carattere ha, il rosa? Diciamo subito che o lo si ama, o lo si odia. Non è colpa sua, è che lo dipingono così. Su di esso gravano decenni di stereotipi che hanno alimentato il pregiudizio verso un colore che, a ben vedere, è più che benevolo… è proprio benefico. E non lo scrivo da amante del rosa! Ammetto anzi che l’ho rivalutato con lo studio del colore e che solo negli ultimi anni ho fatto pace con lui.

Quando ho fatto pace col rosa, ho anche iniziato a usarlo per dipingere!

“Il rosa è il colore delle femminucce”. Ecco la pietra dello scandalo. In questo diminutivo sta tutto un mix di caratteristiche femminili vere o presunte che ha portato la maggior parte degli uomini a rifuggire dal rosa e moltissime donne a sentirsi a disagio con questo colore, evocatore di uno stereotipo limitativo. Per contro, visto che ormai il rosa è associato alla sfera femminile (le discusse quote rosa, il fiocco rosa per la nascita di una bambina, il nastro rosa della lotta contro il cancro al seno, etc.) altre donne fanno del rosa una bandiera, o di una femminilità un po’ vintage, oppure di consapevolezza femminista e battagliera, come ho raccontato anche qui. Paradossale, vero?
Mica tanto: il rosa nasce sempre e comunque dall’aggressivo rosso. Infatti – restando in tema di stereotipi – si dice che anticamente fosse attribuito ai maschietti, come versione infantile del colore della guerra, mentre l’azzurro fosse riservato alle femminucce perché delicato, passivo e, in ambito cristiano, associato alla Vergine Maria. Secondo questa teoria, i ruoli si sono pian piano invertiti tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento.
Per quanto siano affascinanti le storie legate a un colore, credo sia ora di valutare il rosa semplicemente per com’è, ovvero ricco di belle sorprese. Basta pensare alle caratteristiche positive del rosso: vitalità e amore. Il rosa in più è un rosso che ha perso la sua carica aggressiva, grazie all’unione col pacifico bianco. Come se avesse preso il meglio da entrambi, è allo stesso tempo antidepressivo (quindi stimolante) e anticollerico (quindi calmante), in perfetto equilibrio tra azione e attesa.

Un tipico tramonto rosa, dal balcone di casa mia

È associato alla primavera e ai fiori che sbocciano, basta pensare all’hanami giapponese, lo spettacolo dei ciliegi carichi di tremuli petali rosa. Per affinità richiama la giovinezza, la gioia serena, la delicatezza. È un colore dolce in tutti i sensi perché fa pensare sia alla tenerezza, sia… ai dolci! A quanto pare, infatti, la maggior parte delle persone non associa il gusto dolce al marrone, al giallo o al bianco, che pure sono i colori del cioccolato, della crema e dello zucchero, ma proprio al rosa. Del resto, come detto prima, conserva la sensualità del rosso e la sua corporeità; certo è meno infuocato e sanguigno, ma rimane comunque malizioso e stimolante per i sensi.
Soprattutto, il rosa racchiude il concetto di amore in senso lato, per gli altri e per se stessi. Insieme al verde, è il colore del IV Chakra, quello del Cuore, il centro energetico che regola la capacità di entrare realmente in contatto con le altre persone e con le nostre emozioni. Sensibile e benevolo, invita all’accettazione, al perdono (verso gli altri e verso se stessi) e all’ottimismo; non con la carica dirompente del giallo o dell’arancio, ma attraverso la cura affettuosa, quella di chi vede il negativo e cerca di trasformarlo in positivo. Non a caso si dice “vedere la vita in rosa”!

Il quarzo rosa è una delle pietre più efficaci, tra quelle associate al IV Chakra

Astrologicamente, è il colore di Venere, pianeta che governa il Toro e la Bilancia, nonché naturalmente la dea dell’amore e della bellezza. Il rosa, in effetti, è un colore che dona molto, come vedremo più avanti.

Che ne dici, ce n'è abbastanza per amare questo colore? Aspetta di leggere anche i prossimi #lunedìacolori, allora! Se ti va, fammi sapere come ti rapporti al rosa e condividi pure questo questo post. Buona settimana in rosa!

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