Cambio di stagione: come affrontarlo e uscirne vincitori


Nel post precedente ho raccontato i piccoli piaceri che associo al cambio di stagione. Ormai il freddo è arrivato perciò, che sia riuscita a convincervi oppure no, il cambio degli armadi va fatto, e anche in fretta. Ma non alla buona! Ecco qualche trucchetto per rendere questa operazione efficace nel tempo. Basta conoscere le parole magiche.

Prima di cominciare, servono:
- Tempo esclusivo. Nell'altro post ho detto una giornata, ma basterà anche meno se dedicheremo queste ore soltanto al guardaroba, senza nel frattempo cucinare, telefonare o rispondere alle e-mail. Sono consentite solo le pause per bere (l'idratazione è importante!) e, di conseguenza, per fare pipì.
- Antitarme e contenitori in cui riporre i capi da conservare, buste grandi in cui mettere quelli da dare via.
- Letto sgombro, su cui posare i vestiti.
- Atmosfera, per creare la quale so che alcuni hanno già seguito i consigli del post precedente. Mi fa molto piacere!


Passiamo alle parole magiche. La prima è: ORGANIZZAZIONE.
Il mio armadio ha una parte superiore in cui tengo i vestiti fuori stagione (alcuni appesi, altri piegati in scatoloni di plastica), le scatole delle scarpe fuori stagione, la valigia... Insomma, tutto ciò che normalmente non uso, compresi quei due o tre abiti eleganti che metto giusto ai matrimoni. La parte inferiore è piuttosto piccola e deve contenere tutto, dalla biancheria ai cappelli. Solo le scarpe e le borse sono riposte altrove, nella scarpiera e in uno dei casetti del letto-contenitore.
Stretto e pieno com'è, il mio guardaroba non fa una gran figura. Non somiglia neanche lontanamente alle cabine armadio che si vedono nei film o su Pinterest. Ma per me è più che sufficiente ed è molto ordinato, così so sempre dove trovare quel che cerco. "Organizzazione" è la parola d'ordine per decidere cosa mettere dove, a seconda delle nostre esigenze e dello spazio di cui disponiamo. E dopo aver studiato una disposizione sensata, bisogna rispettarla, che è meno faticoso di dover riordinare ogni volta.


La seconda parola è: SMISTAMENTO.
Questa fase l'abbiamo letta un po' ovunque ed è stata consacrata da Marie Kondo nel suo celeberrimo Il magico potere del riordino. Per sistemare il guardaroba bisogna prima tirar fuori tutto ciò che contiene, andando anche a cercare i capi in giro per casa e dividendoli in categorie:
- parti di sopra (sottocategorie: magliette, camicie, maglioni);
- parti di sotto (gonne e pantaloni);
- abiti e completi;
- giacche e cappotti;
- biancheria (mutande, reggiseni, canottiere, calze);
- accessori (sciarpe, guanti, cappelli);
- scarpe e borse.
Come il Cappello Parlante smista gli studenti di Hogwarts nelle varie Case, noi smistiamo vestiti. In questo modo ci rendiamo conto - spesso con stupore - di quante cose abbiamo e possiamo notare eventuali mancanze, come ad esempio scoprire di essere pieni di magliette a maniche corte e maglioni pesanti e invece senza maglie da mezza stagione; oppure di avere un sacco di gonne che non mettiamo e solo un paio di pantaloni in buono stato.


La terza parola magica è: PROVA.
Se fino a questo momento pensavamo di aver fatto fatica, è ora di ricredersi. Questa è la fase più lunga e "ginnica", quella in cui è utile alzare il volume della musica per darsi il ritmo. È il momento di provare tutto. Ogni singolo capo.
La buona notizia è che non è necessario farlo a ogni cambio di stagione, va bene anche ad anni alterni oppure ogni due anni, se non abbiamo cambiato taglia o gusti. La seconda buona notizia è che è divertente ed è la fase più preziosa, perché non importa quanto sia carina quella blusa: se ci cade male, se è troppo larga o troppo stretta, se il colore ci sbatte... non fa per noi. Bisogna essere obiettivi e impietosi: stiamo valutando degli oggetti che ci presentano al mondo, sono loro che servono noi, non siamo noi che dobbiamo riempirli. Quindi, o è amore reciproco, oppure... ognuno per la sua strada!

Tutti abbiamo una forma del corpo che può essere valorizzata. Io, per esempio, ho una sagoma a cerchio, anche detta "donna mela". Per essere precisi, una "mela a 8", come ho appreso leggendo Moda per Principianti. Per capire la propria forma, si può studiare da sé oppure farsi valutare da una consulente d'immagine. Ho provato e consiglio i corsi di Beauty Will Save The Word e seguo con piacere Anna Turcato.
Naturalmente, bisogna valutare anche il colore dei vestiti: ci spegne o ci illumina? Per questo posso esservi utile io, con una consulenza di armocromia.

Un colore non va bene? Si può cambiare!
Per esempio, queste lenzuola erano gialle.

Quarta parola: CERNITA (o decluttering, se preferite).
A questo punto, avremo tre mucchi di vestiti.
- Sì: quelli che ci donano e che ci fanno sentire a nostro agio;
- No: quelli che non ci piacciono più o che proprio non ci stanno bene (se non vengono indossati da più di tre anni, un motivo ci sarà);
- Nì: quelli a cui diamo una seconda possibilità, tingendoli, facendoli accorciare o restringere.

Partiamo da questi ultimi: vanno messi in una busta con scritto "da sistemare" e l'impegno a farlo già dall'indomani, se non dalla sera stessa, per evitare di lasciarli in giro a prendere polvere. Portiamoli in sartoria, oppure compriamo un colorante e sbizzarriamoci con la tintura casalinga, che può dare molte soddisfazioni!
I capi che invece non vanno bene, basta metterli in una o più buste e passarli ad amiche e parenti, o donarli a chi ne ha bisogno: alla Caritas, ai centri d'accoglienza o alle case famiglia. Ovviamente solo se si tratta di vestiti in buono stato; quelli rovinati, meglio portarli nei negozi che raccolgono capi usurati, la cui stoffa viene riciclata per fabbricarne di nuova. Non si butta via niente!

Se avete altri suggerimenti su organizzazioni o negozi che possono utilizzare al meglio i nostri vecchi vestiti, scriveteli nei commenti: aiutiamoci ad aiutare!


Quinta e ultima parola magica: ARCHIVIAZIONE.
La maggior parte dei capi di abbigliamento non va in vacanza: jeans, magliette, camicie, in generale i capi di cotone, stanno con noi tutto l'anno. D'estate vanno bene da soli e d'inverno si accompagnano a tessuti più caldi.
Cosa finisce nelle scatole? In questa stagione, i capi prettamente estivi: copricostume, abiti leggeri e soprattutto vestiti in lino. Un costume da bagno, invece, può tornare utile anche quando fa freddo, magari per una scappata alle terme. Al cambio di stagione successivo, gli scatoloni si riempiranno tre o quattro volte di più, a causa del volume di maglioni e sciarpe di lana, pantaloni a coste, felpe di pile, guanti, berretti.
Ogni capo va piegato con cura e, una volta che i contenitori sono pieni, bisogna infilarvi uno o due foglietti antitarme o un po' di palline di canfora avvolte in fazzoletti di carta, perché non macchino la stoffa. Poi, si coprono i vestiti con un telo di plastica (va benissimo una busta da tintoria), si chiude bene la scatola e via in cima all'armadio, sotto al letto o nel soppalco.

L'incantesimo è quasi compiuto, manca solo sistemare il nostro guardaroba di stagione. Come suggerivo all'inizio, ognuno deve trovare un proprio ordine, a seconda dello spazio a disposizione nell'armadio. È sempre una buona idea dividere tutto in categorie, come durante lo smistamento, aggiungendone una: quella dei capi indossati una volta, ma ancora portabili. Non vanno in nessun caso mischiati ai panni puliti o potreste rischiare, al prossimo cambio di stagione, di metterli via senza averli lavati, che non è proprio il massimo.

Fatto? Ecco un armadio svecchiato, più snello e più piacevole da usare. Seguendo queste "parole magiche", i cambi di stagione successivi saranno una passeggiata. Garantito!

2 commenti:

  1. Ormai sai che io leggo e rileggo questi articoli. In realtà in questo periodo ho quanto mai bisogno di svecchiare l'armadio, quindi cerco di usare queste tue parole come una sorta di manifesto motivazionale ^^.

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    1. Grazie, Rosangela!
      Sono felice se posso esserti d'aiuto, anche solo come incoraggiamento... che poi il più delle volte è tutto ciò di cui si ha bisogno. :*

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