Pillole (colorate) di armocromia, 1 di 3


L'armocromia, che io definisco la teoria del colore applicata alla bellezza della persona, è in voga da decenni. La prima volta, l'ho sentita nominare quasi vent'anni fa, tra il 1996 e il '98, approfondendo lo studio del colore iniziato all'Istituto Europeo di Design. Ne sono rimasta affascinata.
Tuttavia negli anni successivi, navigando in Rete, mi sono imbattuta in così tante informazioni su questo tema (buono), tante sottigliezze (ok, ci sta) e tali fissazioni (no buono) che, a dire la verità, mi sono scoraggiata e ho smesso di parlarne per parecchio tempo.

Poi, grazie anche a Valentina Coccia, ho avuto la conferma di ciò che sentivo: l'armocromia non dovrebbe significare solo cercare d'ingabbiare ogni impercettibile sfumatura in una delle ormai 12, 16 o 22 "stagioni" (poi si dice che non ne esistono più di mezze!) ma mostrare a ciascuno di noi che è possibile apparire al meglio, se lo si vuole, facendo attenzione a come la nostra pelle reagisce ai colori. Grazie a tale consapevolezza, l'amore per questo campo è tornato a fluire liberamente.

Nel 2007, su richiesta di Rosanna, ho riassunto un po' di quel che avevo imparato in materia nel compianto forum Capelli di Fata, una piazza virtuale ricchissima d'informazioni su cosmesi e cura naturale, dei capelli e non solo. Quelle piccole "lezioni" altro non erano che un riassunto dei capitoli chiave del libro I colori della bellezza (Color Me Beautiful) di Carole Jackson.

Sono passati nove anni e quei post devono essere piaciuti, perciò ho deciso di riproporli qui, così com'erano. Con sorpresa, li ho visti rimbalzare da un blog all'altro, e pensare che all'epoca non ne sapevo quanto oggi e mi rifiutavo tenacemente di accettare che le stagioni fossero più di quattro. "Ma questa è un'altra storia e si dovrà raccontare un'altra volta".


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Pronte a tuffarvi nel favoloso mondo delle sfumature?
Scusate gli eventuali toni da maestrina, ma Angiesese ha chiesto una lezione universitaria, quindi... Occhio, che poi interrogo!

Scherzi a parte, sono sempre felice di condividere una mia grande passione con gli altri, e lo studio del colore, in tutti i suoi aspetti, per me lo è. Qui sotto v'incollo e riassumo una piccola parte d'una ricerca sulla teoria del colore che sto portando avanti da anni. Spero possa esservi utile!


LEZIONE 1
Un po' di storia, nomi e dati. Ahò, mica stiamo a pettina' le bambole.*

*"Non stiamo intrattenendoci oziosamente", traduzione dal romano.

L’armocromia studia le caratteristiche cromatiche personali.
È nata agli inizi del secolo scorso, e a elaborarne le teorie fu Johannes Itten, artista e docente presso la Bauhaus School of Art, in Germania.
(Nota: In seguito ho appreso che non è proprio così. Itten approfondì le osservazioni di altri studiosi e altri ancora gettarono le basi dell'analisi del colore come la conosciamo. Sulle origini storiche dell'armocromia mi riservo di scrivere un post a parte, per i nerd del colore.)

La tecnica di armonizzare i colori del viso con il trucco e le nuances dei capelli fu ripresa poi negli anni ’70 da Carole Jackson, che individuò quattro diverse tipologie cromatiche di donne, secondo le sfumature delle quattro stagioni: chiara e luminosa la donna-primavera, fresca e delicata la donna-estate, calda e intensa la donna-autunno, fredda e limpida la donna-inverno.

Nota di colore (è proprio il caso di dirlo): l'armocromia è sfruttatissima nello star system hollywoodiano, sin dai tempi dei primi film a colori. Se notate, infatti, le dive degli anni d'oro portavano quasi sempre le stesse nuances: erano quelle che gli esperti d'immagine avevano individuato per loro.

Per saperne di più:
Itten, Johannes: Arte del colore, Il Saggiatore, Milano 1982
Jackson, Carole: I colori della bellezza, Gremese Editore, Roma 1986

Purtroppo, il libro della Jackson sembra fuori tiratura da anni...


LEZIONE 2
Non esistono le mezze stagioni.


Chiariamo subito che ogni persona può indossare i colori che preferisce: l’importante è sceglierne le sfumature più adatte. Ad esempio: di ogni colore, la donna-primavera preferirà il tono chiaro e caldo, la donna-estate quello chiaro e freddo, la donna-autunno il tono intenso e caldo, la donna-inverno quello intenso e freddo.

Come riconoscere la propria stagione?
Qui non basta un thread, si va di pratica.
In Rete potete trovare delle schematizzazioni che possono aiutarvi (anch'io ho iniziato con queste) ma tenete presente che sono piuttosto riduttive. Per esempio, la nostra Rosaspina è un tipo Estate (capelli castano cenere, occhi azzurri, pelle chiara con sottotono rosa) ma, secondo questo schema, dovrebbe essere necessariamente bionda.

Insomma, prendetele come indicazioni di massima.

È soprattutto la tonalità della carnagione a determinare l’appartenenza ad una tipologia piuttosto che a un’altra. Al secondo posto, vengono i colori degli occhi, sia dell'iride, sia del bianco.
Solo per ultimo, il colore dei capelli perché, come sappiamo bene tutte, tra tinture e riflessanti, naturali e non, è raro trovare qualcuno che abbia esattamente il proprio colore naturale.

E ora vi lascio con un po' di suspence, vado a ripassare i miei appunti e la prossima lezione sarà tutta di consigli pratici per individuare la propria stagione.
Studiate, eh!
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