Inghilterra, ep. 6 - A casa di Jane


Chawton
Jane Austen ha vissuto qui dal 1809 al 1817
e da qui tutti i suoi lavori sono stati inviati nel mondo [...]
Un'arte come la sua non potrà mai invecchiare.

L'avevo tanto atteso, ma il giorno in cui visitiamo la casa-museo di Jane Austen mi vede debole e di cattivo umore. Maledetto clima inglese! Non tutti i mali vengono per nuocere, però: in condizioni di entusiasmo, mi sarebbe stato difficile mantere un certo distacco, soprattutto davanti alle parole strazianti di Cassandra Austen, nel raccontare la morte della sua amata sorella minore.

Il cottage è immerso nella campagna e nei boschi dello Hampshire e tutto qui comunica tranquillità. Il giardino, tipicamente inglese, è pieno di colori, profumi e api. Un grande albero offre la sua ombra e in un'aiuola crescono le piante che, all'epoca, erano usate per tingere la stoffa.


In una piccola dépendance c'è il locale del forno, dove le Austen cuocevano il pane e le pie, facevano il bucato e preparavano i salumi. Vi è esposto il calessino di Jane e Cassandra, trainato da un asino. Qua e là, sia all'aperto, sia nei locali, ci sono piccole iniziative per coinvolgere i visitatori.
Un salotto ospita il piccolo pianoforte su cui Jane si esercitava ogni mattina, mentre una stanza angusta e traboccante è la biblioteca del museo, che contiene pubblicazioni su di lei provenienti da tutto il mondo, comprese tesi di laurea... e ovviamente Lorenzo mi propone di mandare la mia. Ma, diciamocelo, non credo che il suddetto mondo ne senta il bisogno.


La cucina è rustica e bellissima, con le erbe messe a essiccare e l'onnipresente lavanda a profumare l'ambiente. L'abbiamo trovata un po' ovunque, nei posti che abbiamo visitato, ad esempio nella casa natale di Shakespeare a Stratford-on-Avon.
Qui si possono fabbricare sacchetti profumati con la lavanda, la garza e lo spago messi a disposizione, oppure si può provare a scrivere con inchiostro e penne d'oca. Le Austen e Martha Lloyd (l'amica di famiglia che viveva con loro) si occupavano della casa, del cucito e della cucina, ma quando ricevevano visite importanti chiamavano qualcuno a servire a tavola, o sarebbe stato disdicevole per il loro rango.


Nella piccola sala da pranzo è sistemato il tavolino su cui la Austen scriveva... e su cui smetteva immediatamente di farlo, quando sentiva aprirsi la porta. È il cimelio più importante, per i suoi ammiratori. Ma in ogni vetrina, su ogni mobile, c'è un pezzetto di vita reale e testimonianze familiari: abiti, lettere, medaglioni, spartiti, piccoli regali.


Cassandra e Jane erano legatissime, dividevano il letto come quando erano bambine. Mi commuove pensare a Cassandra Austen, rimasta vedova prima di sposarsi e mai più legatasi a un altro uomo, nubile come la sorella e ammiratrice di quest'ultima, che accudiva e probabilmente viziava. Forse è stata altrettanto colta ma meno brillante di Jane, magari non aveva un grande talento artistico, anche se le piaceva disegnare. Una figura inghiottita dal tempo eppure, dal poco che si sa di lei, così tristemente romantica.
È fin troppo facile pensare che Elinor e Marianne in Ragione e Sentimento, ovvero l'assennata sorella maggiore, amante del disegno e pronta a sacrificarsi per gli altri e l'anticonformista sorella minore, amante della musica e intollerante alle convenzioni, fossero proprio Cassandra e Jane, romanzate da quest'ultima.

In questa piccola casa, rassicurante dopo i tormentati anni a Bath, con la quotidianità campagnola, tra scrittura, pianoforte, faccende e passeggiate, una donna testarda e spiritosa ha immaginato dialoghi brillanti, tratteggiato personaggi veri e umani, ha dipinto l'amore con il cinismo e infine se n'è andata, troppo presto e molto dolorosamente. I suoi romanzi erano già famosi, ma pochi sapevano chi li aveva scritti.
E oggi, che il suo nome è usato come termine di paragone per romanzetti modaioli e storie d'amore stucchevoli... con quali affilate parole Jane smonterebbe il proprio mito?


8 commenti:

  1. Ecco, anche io mi sono commossa! :°)
    Grazie Simo, leggerti è stato come essere un po' lì...

    RispondiElimina
  2. Grazie, Dani!
    In quel cottage mancava solo qualcuno dei tuoi topini. :)

    RispondiElimina
  3. Bhe, un po' l'effetto che ha avuto su di me sniffare l'odore del legno del primo pianoforte di Wolfango a Vienna! :D

    RispondiElimina